La verità su Enea e Turno

Nel corso della storia umana diversi ricercatori e storici, nella lettura degli avvenimenti del passato o miti, commettono l’errore di leggerli a secondo le proprie convinzioni o credi.

Ricordiamo i negazionisti dello sbarco sulla luna che, nonostante ci siano apparecchiature lasciate sul suolo lunare da chi è sbarcato, cercano con tortuose teorie per negarne l’evidenza. Addirittura troviamo sul web video di chi, pur di far valere le proprie convinzioni, afferma ancora oggi che la terra è piatta.

Altre persone, anche istruite, usano la parola per convincere il prossimo come nel caso di Carmen Di Genio avvocato che fa parte del Comitato Pari Opportunità Corte D’appello di Salerno la quale riferendosi agli stupri avvenuti sulla spiaggia a Rimini dice tra l’altro: “..non possiamo pretendere che un africano sappia che sulla spiaggia in Italia non si può violentare” In pratica, pur di giustificare la loro violenza, ma credo di pù alle sue convinzioni sull’accoglienza, li fà apparire inferiori perchè africani.

Il mito di Enea e Turno dove c’è chi definisce il primo invasore, feroce, violento e cattivo e Turno, un giovane coraggioso, buono e romantico.

Feroce, violento e cattivo: Chi legge veramente L’Eneide in maniera obbiettiva sa che è La pietas, una delle doti di Enea, rappresenta il senso del dovere, la devozione, il rispetto delle norme che regolano i rapporti tra gli dei e tra gli uomini. Solo occasionalmente l’eroe cede alla ferocia, come quando priva il giovane Tarquito della sepoltura, impedendo in tal modo all’anima del nemico morto di raggiungere i cancelli dell’Ade.

Invasore: Enea, secondo la leggenda, non fece altro che ritornare nella terra dei suoi antenati che abitavano questi luoghi prima degli altri, quindi non era un invasore. Enea era un discendente di Dardano. Secondo la versione etrusca narrata da Virgilio (Eneide, III 94 ss.; 154 ss.; VII 195-242; VIII 596 ss.; IX 9 ss.), Dardano era giunto a Samotracia proveniente dalla etrusca città di Corito (Oggi Corneto di Tarquinia). Sarà questo il motivo per cui, dopo la rovina di Troia, gli Dèi Penati della città imporranno ad Enea di ricondurre in Italia, a Corito (Tarquinia), i superstiti Troiani.

L’articolo apparso sul Il Pontino Nuovo di Pomezia 16/31 2019 a firma di Giosue Aletta del Comitato civico Ardea Per Turno dal titolo: Tutta la verità su Turno e su Enea ha rappresentato con un’immagine Enea e Turno; il primo con armatura e pronto ad uccidere, il secondo, un fanciullo senza armatura, inerme e che sfila una maschera ad Enea; significato palesemente allusivo dove il bambino smaschera il bruto, l’invasore, il cattivo e chi ne ha più ne mette.

Tale immagine, palesemente forviante,  che secondo l’auore ha colpito nel segno, dimostra soltanto la tesi che Turno vuole essere visto e mostrato a tutti come un’ingenuo fanciullo.  Il relatore dell’articolo non ha ancora spiegato o non vuole spiegare , come fece quel fanciullo ad uccidere da solo circa cinquanta guerrieri nemici. Sì purtroppo Turno era un vero guerriero italico e più di ogni altro fece strage di nemici che elenco:

Eleonore, Lico, Ceneo, Iti, Clonio, Dioxippo, Promolo, Sagari, Ida, Antifate, Seroedone, Merope, Erimanto, Afidno,  Bizia e il fratello Pandaro, Faleri, Gige, Ali, Fegeo, Alcandro, Alio, Noemone, Pritani, Linceo, Amico, Clizio, Creteo, Pallante, Stenelo, Tamiro, Folo, Lade, Glauco, Eumede, Asbite, Cloreo, Sibari, Darete, Tersiloco, Timete, Fegeo, Diore,  Claro, Temone, Menete, Illo, Creteo.

La ferocia di Turno manifesta il suo culmine nelle uccisioni di Bizia, guerriero enorme, difensore del castrum, protetto da una corazza invulnerabile; Turno riesce a perforarla tramite una falarica, scagliata con estrema violenza. Pandaro, fratello di Bizia, difensore del castrum; Turno gli si avventa contro e gli spacca letteralmente la testa, lasciando colare i brandelli di cervello sulla corazza e al suolo. Ecco chi era quel fanciullo e di cosa era capace. L’Eneide va letta e interpretata in tutti i suoi libri.

Turno, dopo aspre battaglie, si batté in duello mortale con Enea, venendone sconfitto; nel drammatico duello, quando egli era già stato ferito, Enea si accorge che l’avversario indossa ancora il balteo del giovane amico Pallante, ed è per questo che Enea, dopo l’iniziale intenzione di risparmiarlo, spinto da un’ira vendicativa inflisse al giovane re il colpo di grazia.

Perché Enea non ebbe pietà di Turno? Quesito inspiegabile come si legge nell’articolo. Bisognava solo dire che Turno uccise in battaglia, tra i tanti, anche Pallante che era il migliore amico di Enea e non soddisfatto lo umiliò togliendogli il Balteo (Cintura di cuoio per reggere la spada) sarebbe come far morire un antico guerriero Vichingo senza la spada tra le mani e condannarlo a vagare in eterno.

Le motivazioni del conflitto tra Enea e Turno sono derivate dal fatto che Latino diede Lavinia in sposa ad Enea e non più a Turno e ciò fece adirare Turno che mosse guerra ai Troiani. Quindi non esistono motivazioni di conquista e tirannia.

Voler rappresentare Enea e Turno come se vivessero ai nostri giorni, a mio modesto parere, lo ritengo diseducativo dato che appartengono ad altri periodi storici con valori diversi, dove l’onore veniva salvaguardato alla massima potenza. Enea non ebbe pietà per Turno perché doveva vendicare il suo amico Pallante salvandogli l’onore di una morte ingloriosa e pellegrina perché senza balteo.In conclusione, non si tratta di pensarla diversamente sui fatti narrati, ma semplicemente di non dovere ignorare delle verità forse ritenute scomode e quindi ignorate. Nel giorno della memoria viene giustamente celebrato l’olocausto degli ebrei per mano nazista, ma degli oltre 100 milioni di morti causati dal comunismo sembra non interessare nessuno come sembra non interessare a nessuno l’olocausto degli indiani d’America con oltre 114 milioni di morti.

 

Precedente Intervista a Tommaso BOSI Successivo L'albratos-premio letterario